Chi ha paura dello Smart Working, ovvero dalla perdita del potere alla rivoluzione piatta

Chi ha paura dello Smart Working, ovvero dalla perdita del potere alla rivoluzione piatta

Il working from home è stato un grande esperimento tecnologico che ha portato non solo benefici ma anche tanta incertezza.

La tendenza è stata quella di spostare lo stesso modo di lavorare in un contesto casalingo complicato, fatto di figli e partner, reti intasate e spese on line all’Esselunga che arrivano nel bel mezzo di una call di lavoro. Giornate insomma molto lontane dall’essere le giornate soli a casa da poter organizzare.

Per alcune aziende la reazione all’emergenza è stata immediata, grazie anche al proprio modello organizzativo. Anche qui in Infomath lo Smart Working era già una prassi consolidata per chi lavorava in ufficio.

Sfatiamo i falsi miti

Sfatiamo i falsi miti

Questo momento è stato importante per sfatare dei miti e mettere in discussione come sono sempre state fatte le cose, cogliendo nuove opportunità.

1 – Lo Smart Working si allontana dal controllo visivo del dipendente

Contrariamente alle aspettative dei datori di lavoro le persone lavorano anche di più, non vi è più separazione tra ufficio e vita privata, questo però rappresenta anche uno dei dark side a cui invece bisogna dare delle regole.

2 – Non possiamo gestire tutto in remote working

Le tecnologie ci aiutano, le aziende devono fare un salto e guardare in avanti e se non sono ancora attrezzate devono mettersi in pista per farlo. La nostra azienda ha aiutato tante realtà imprenditoriali a adeguarsi, implementando strumenti e tecnologie; non sappiamo quanto durerà ancora l’emergenza, meglio essere pronti a tempi lunghi.

3- Siamo in stato di emergenza, l’azienda è paralizzata

Le abitudini delle persone stanno cambiando totalmente e di pari passo anche la preposizione di business, cogliamo l’occasione per rivedere e ripensare il nostro business, soprattutto in chiave Customer Experience.

Temi organizzativi

Ma Quanto oggi, anche sotto la spinta del Covid, stiamo guardando nella direzione di nuovi modelli?

Quante di queste pressioni ci stanno invitando ad andare oltre?

La gestione dei progetti è diventata uno dei pilastri più importanti all’interno di qualsiasi azienda, ecco perché si cercano tecnologie, sistemi e processi che le aiutino a personalizzare e ottimizzare la loro gestione.

Waterfall Vs Agile

Alcune aziende hanno iniziato ad applicare un modello di lavoro definito Agile, una metodologia che si concentra sull’adattamento ai cambiamenti e ai bisogni che emergono nel day-by-day dei progetti. Una pianificazione con una view a breve termine che consente ai team di aggiungere o eliminare task in base alle esigenze. 

Al contrario, la gestione tradizionale del progetto, o metodo Waterfall, corrisponde a un tipo di gestione tradizionale e sequenziale, non si passa allo step successivo senza aver terminato quello precedente.

I team che funzionavano in Agile sono dei micro team multi competenza, dove manager che erano abituati ad occuparsi di determinate aree si devono confrontare con big data, competenze di analytics, di design thinking che non gli appartengono: questo modello abilita iniezioni di nuove competenze nell’organizzazione.

Ma implementare questa metodologia in un’azienda che non nasce digitale ha delle complessità e d’altro canto Agile non costituisce la risposta a tutti i nuovi bisogni, tuttavia ci mette di fronte alla realtà di strutture e gruppi di lavoro gerarchicamente differenti.

Organizzazione più piatta – Concetto di delega

E qui la svolta. Siamo arrivati a capire che non abbiamo bisogno di due capi ma forse solo di uno; snellire i layers organizzativi e di controllo rende la struttura più flessibile e un’organizzazione più piatta. Il tradizionale manager diventa la figura che distribuisce pezzi di potere e delega alle sue persone. Alcuni non aspettavano altro, altri sono titubanti e non riescono ad imporsi; il talento del manager a questo punto diventa quello di educare e di guidare queste persone alla trasformazione.

Più autonomia ma più disciplina

I Processi di allineamento in un’organizzazione piatta non sono così efficienti, ma l’efficienza è legata alle attività e ai processi e a come vengono governati. I nuovi capi devono essere preposti al concetto di delega.

Grazie allo Smart Working i processi di delega sono diventati più spinti e si riesce a dire in maniera più chiara alla persona cosa deve fare.  In questi meccanismi i processi di allineamento si sono evoluti in maggior autonomia delle persone, perché ognuno si auto organizza il lavoro, ma anche in una maggiore disciplina, senza di questa allinearsi è più difficile.

Le mezze parole dette davanti alla macchinetta del caffè o in ufficio non esistono più, bisogna raccordarsi in maniera precisa, il sistema si sta assestando in questa direzione e questo rappresenta l’immediato futuro.